Mentre la mia solita vita va avanti senza novità (accompagnata da una certa delusione...) in Italia la natura si ribella...
Salgo e scendo dai miei treni, servo le persone in negozio, spero o mi dispero come ogni giorno.
Arriva l' influenza, si rompe la chiave del portone di casa, lo stipendio in ritardo.
Ogni cosa come sempre.
Ed in questa routine che invano cerco di spezzare la radio fa la conta dei morti e feriti a poche centinaia di chilomentri dalla mia vita, e allora cerco di immaginare.
Ma non posso nemmeno lontanamente sapere cosa possa significare cenare con la propria famiglia, portare i propri bimbi a letto, e poi svegliarsi poco dopo nel tremore della mia intera esistenza.
Cercare di fuggire?
Svegliarsi sotto le macerie?
Magari salvarsi, e a quel punto rendersi conto di quante persone a me care non ci sono più, sono sotterrate sotto le macerie delle loro stesse case.
Svegliarsi in un mondo dove più nulla ha un senso.
Dove le piccole cose di ogni giorno sono distanti anni luce dall' orrore del nulla morente che mi circonda.
Io posso solo cercare di immaginare, e il mio Dio mi perdoni se tra i primi pensieri c' è il sollievo di non essere tra quelle macerie, e subito dopo il sollievo per i miei cari.
Poi l'orrore per tutti quelli che ci sono....
Alcuni blogger hanno pubblicato i vari contatti per dare una mano, mi permetto di mettere i loro link:
Appello urgente, di Frankie Palla
Salgo e scendo dai miei treni, servo le persone in negozio, spero o mi dispero come ogni giorno.
Arriva l' influenza, si rompe la chiave del portone di casa, lo stipendio in ritardo.
Ogni cosa come sempre.
Ed in questa routine che invano cerco di spezzare la radio fa la conta dei morti e feriti a poche centinaia di chilomentri dalla mia vita, e allora cerco di immaginare.
Ma non posso nemmeno lontanamente sapere cosa possa significare cenare con la propria famiglia, portare i propri bimbi a letto, e poi svegliarsi poco dopo nel tremore della mia intera esistenza.
Cercare di fuggire?
Svegliarsi sotto le macerie?
Magari salvarsi, e a quel punto rendersi conto di quante persone a me care non ci sono più, sono sotterrate sotto le macerie delle loro stesse case.
Svegliarsi in un mondo dove più nulla ha un senso.
Dove le piccole cose di ogni giorno sono distanti anni luce dall' orrore del nulla morente che mi circonda.
Io posso solo cercare di immaginare, e il mio Dio mi perdoni se tra i primi pensieri c' è il sollievo di non essere tra quelle macerie, e subito dopo il sollievo per i miei cari.
Poi l'orrore per tutti quelli che ci sono....
Alcuni blogger hanno pubblicato i vari contatti per dare una mano, mi permetto di mettere i loro link:
Appello urgente, di Frankie Palla
3 commenti:
Nel 1988 vivevo in un paese di nome Pantigliate, in provincia di milano.
Abitavo al 5 piano e, quando giunse la scossa di terremoto, noi la sentimmo amplificata.
In pochi istanti, io, mio padre, mia madre, e i miei due fratelli eravamo per le scale del palazzo, ed uscimmo di corsa in strada, come tutti gli altri.
Non accadde nulla, era una piccola scossa, eppure ancora oggi ricordo bene il panico ed il terrore che vivemmo tutti.
Non oso pensare cosa hanno provato a L'Aquila.
cIAO bellissimo post!Io vivo in una regione che e' stata sconvolta da un terremoto nel 1997..le Marche!
almeno hai un dio a cui rivolgerti io no.
deve essere terribile... più che cercare di aiutarli a ricostruire un minimo qualcosa (anche se niente sarà come prima per queste persone) non possiamo fare
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