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giovedì 3 febbraio 2011

Vissuto.


Ho riflettuto molto sul condividere o meno questa mia esperienza.

Quel che mi ha fatto decidere è stato il ricordo della mia necessità di sapere mentre vivevo quel che è stato. Avrei voluto poter parlare a tutte le donne dal mondo, sapere chi di loro, come, perchè, quando e quanto tempo fa aveva vissuto una cosa simile.

Ma veniamo al sodo:

sono rimasta incinta. Ho abortito alla sesta settimana.
Spontaneamente.
Senza motivo, senza preavviso, senza un perchè.

Sono anni che desidero un bimbo, infine il mio contratto è divenuto Indeterminato e col marito ci siamo detti: "dai!! Si fa il marmocchio!!"

Ho ancora la foto del test positivo.....

Dio che gioia era pensare a quel fagiolino annidato dentro di me.........

E poi una mattina il sangue, poco, appena una macchia.
Telefono al mio ginecologo che mi manda al pronto soccorso più vicino per un Eco veloce...
al pronto soccorso mi dicono che un pò di sangue è normale, di non allarmarmi. trascorro la notte lì ( tra infermiere che secondo me pensavano volessi qualche giorno di "mutua") tra un esame e l' altro, insomma per farla breve mi rimandano a casa con qualche patta sulla spalla e una perla di saggezza:" gli ermioni sono programmati per vivere un tot di tempo, quindi signora se lo perde non si crucci".
"certo, grazie dottore."

Il giorno dopo ho perso il bimbo: un flusso di sangue copioso e tante lacrime.

In se la cosa non è stata fisicamente invasiva, ma ora non posso che guardare con invidia ogni pancione, ogni bimbo...non posso che chiedermi quanto sarei "panciuta" ora se non l' avessi perso.
Chissa se sarebbe stato un maschio, o una femmina,.
Quanti chissà............

E non saprei descrivere a pieno le sensazioni perchè sono così tante e profonde......ci ripenso e non piango più perchè è stata così dura che la mia mente se ne è staccata, e vedo me stessa seduta sulla sedia in cucina fare il numero di mia madre tra le lacrime senza però riuscire a dire pronto. Vedo mio marito sfilare il telefono dalle mie dita tremanti.
Lo vedo stringermi mentre racconta mentre io a malapena respiro soffocata dal pianto.

In quei giorni sapere che altre prima di me avevano vissuto eserienze simili mi è stato di conforto, e sono grata a tutte quelle che mi han detto "so che è dura, ci sono passata anche io" per aver condiviso con me una simile esperienza.
Grazie a tutte.
E grazie a tutti i miei amici che mi sono stati accanto, ma voi che vi amo già lo sapevate.
Grazie a mio marito che ha capito.

Ora fronteggio la paura del futuro tra il desiderio ancora più forte di un bimbo, e la paura che ora l' accompagna.

Se per ogni cosa c' è un motivo forse un giorno mi verrà svelato il perchè di tanto dolore.
Forse qualcuno mi dirà perchè nascono bimbi a "madri" che poi li abbandonano.
Perchè donne meravigliose piene di amore da poter dare, invece, vengono private da orribili malattie della possibilità di essere madri.

In tutto questo forse c' è un senso che non posso cogliere come mortale, ma aiuta sperare che ci sia.
Perchè se questa vita fosse davvero un singolo viaggio nel caos, senza meta e senza scopo, allora amici miei, sarebbe la più grande fregatura........

2 commenti:

Alessandra ha detto...

Ciao.
Per questo un po' di anni fa mi sono avvicinata allo zen.
Per comprendere il motivo del dolore in questa vita.
Quello che ti chiedi è quello che ha portato il principe Siddhartha a cercare.
Io non ho ancora compreso per ora.
Le tue parole mi hanno colpito tanto.
Passa a trovarmi quando vuoi.

http://angolinozen.blogspot.com/

Kat ha detto...

Grazie Alessandra,

in effetti il dolore avvicina all' introspezione, alla ricerca dei perchè dentro e fuori di noi.
Io sto studiando la dottrina Yoga e ritrovo nei testi antichi molti concetti che dobbrebbero farci riflettere...come il Karma, o la Maya...

Siddhartha.....quando medito è a lui che penso! Per l' esattezza al sapore del mandarino, perchè fu lui a dire che un mandarino è tale solo se lo si mangia con consapevolezza...una cosa tanto semplice nella sua verità non può che colpire!